In riferimento al caso sollevato da un noto quotidiano partenopeo l'unica critica vera che si può fare al presidente della sezione feriale della Cassazione Antonio Esposito è quella di avere parlato, probabilmente al telefono, con un giornalista de Il Mattino di Napoli; in realtà quelle che saranno le motivazioni della sentenza non sono coperte da alcun segreto. È evidente, lo capisce anche un minus quam, che quando si decide una sentenza soprattutto se delicata e complessa, i giudici di quel collegio esprimano al relatore della sentenza e insieme a lui, quelle che saranno le argomentazioni scritte. Il presidente Esposito ha semplicemente espresso un elemento della motivazione sul quale i cinque giudici hanno concordato. Alla probabile domanda del giornalista (in buona fede?) "perché avete condannato Berlusconi sul presupposto del fatto che non potesse non sapere", il consigliere Esposito avrà risposto "no, sapeva perché era stato informato". Evidentemente su questo punto i cinque giudici erano d'accordo ed avevano la documentazione su cui basare questa affermazione. Non è una anticipazione di una sentenza. La sentenza c'è già. Si sa quanto io sia ferocemente critico nei confronti della Suprema corte. Ma in questo caso si vuol soltanto creare fango sul nulla con ben altri disegni ed intenti.
Renato Ellero