Apprendo da Il Fatto di ieri e più nel dettaglio dal Corsera dell'altro ieri che il procuratore aggiunto veneziano Carlo Nordio avrebbe sostenuto la seguente tesi e cioè che l'evasione fiscale sia peccato solo dal momento in cui l'ha detto il papa. Ora, se quanto riportato dai quotidiani è vero, è vero è meglio che l'amico Carlo torni a catechismo. Apprenderà che con il passare degli anni ha dimenticato qualche cosa. Circa duemila anni fa, richiesto dai farisei se fosse doveroso pagare il tributo (le tasse) ai Romani, un certo signore fattosi dare una moneta sulla quale c'era
l'effigie dell'imperatore, che in ogni caso veniva definito col termine di «Cesare» disse: «Date a Cesare (pagate le tasse) quel che è di Cesare e a Dio quel che è di Dio». Quel signore, ignoto evidentemente all'amico Carlo Nordio e a chi la pensa come lui, si chiamava Gesù Cristo detto il Nazareno. È necessario commentare?
Renato Ellero