mercoledì 11 settembre 2013

Carlo Nordio e il catechismo

Apprendo da Il Fatto di ieri e più nel dettaglio dal Corsera dell'altro ieri che il procuratore aggiunto veneziano Carlo Nordio avrebbe sostenuto la seguente tesi e cioè che l'evasione fiscale sia peccato solo dal momento in cui l'ha detto il papa. Ora, se quanto riportato dai quotidiani è vero, è vero è meglio che l'amico Carlo torni a catechismo. Apprenderà che con il passare degli anni ha dimenticato qualche cosa. Circa duemila anni fa, richiesto dai farisei se fosse doveroso pagare il tributo (le tasse) ai Romani, un certo signore fattosi dare una moneta sulla quale c'era l'effigie dell'imperatore, che in ogni caso veniva definito col termine di «Cesare» disse: «Date a Cesare (pagate le tasse) quel che è di Cesare e a Dio quel che è di Dio». Quel signore, ignoto evidentemente all'amico Carlo Nordio e a chi la pensa come lui, si chiamava Gesù Cristo detto il Nazareno. È necessario commentare?

Renato Ellero

martedì 10 settembre 2013

Il diritto distorto

Le recenti affermazioni del procuratore aggiunto di Venezia Carlo Nordio in merito al caso Berlusconi necessitano un commento. Anche perché in queste ore la vicenda sta assumendo una rilevante valenza parlamentare. Nordio si dimentica che è stato un ottimo studente e si dimentica gli insegnamenti di Giuseppe Bettiol. È un caro amico ma la scienza giuridica è sempre scienza e non si lascia trascinare da sentimenti e simpatie politiche. Quando da senatore ero membro della giunta per le autorizzazioni  io fui il relatore di tutti i casi più importanti tra cui quello dell'onorevole De Mita, già presidente del consiglio, nei confronti del quale avevo il diritto di nutrire sentimenti di pesante ostilità personale.

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