giovedì 16 febbraio 2012

Quarta lettera aperta a Monti

Caro Presidente Monti,

nessun dubbio che se Lei avesse apposto la Sua firma sulla candidatura di Roma per le olimpiadi del 2020 (fra otto anni), si sarebbe risvegliata l'enorme schiera dei “mazzettieri” d'Italia. Tuttavia l'affermare che l'Italia non è in grado fra otto anni di organizzare un'olimpiade significa anche definire con brutalità questo come un Paese di morti di fame. Vede, caro Monti, il Capo di un Governo ha dei doveri molto particolari. Il Suo predecessore non ne aveva la minima idea; ma anche Lei sembra la pubblicità del «più piatto non si può». Non credo che la Spagna sia messa meglio di noi, e credo pure che speri non le siano assegnate le Olimpiadi del 2020; ma il Capo del suo Governo ha lanciato al mondo (capisce, Monti, al mondo) un messaggio di fiducia nel suo Paese. Il suo è invece un messaggio listato a lutto.

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lunedì 13 febbraio 2012

Terza lettera al premier: ovvero della monotonia di Monti

Lei, Presidente Monti, ha sostanzialmente definito monotono il posto fisso. Poi, aggredito dall'opinione pubblica per l'acume scientifico dell'intuizione, ha dichiarato, come al solito, di essere stato frainteso. Ebbene Lei, non ha tutti i torti. Essere nominato senatore a vita per meriti non ancora acquisiti, deve essere proprio una noia. Chiacchierare davanti a tavole capaci di soddisfare l'appetito dei commensali, che sparano spesso sciocchezze e luoghi comuni, deve essere di una noia mortale. Dire alla propria moglie se è preferibile spendere qualche migliaio di euro per un abito di Tizio piuttosto che di Caio per essere eleganti alla “prima” di non so che cosa, deve essere noioso in guisa mortale...

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