martedì 10 gennaio 2012

Seconda lettera al premier Mario Monti

Caro Presidente Monti,

questa mia è la seconda lettera aperta che Le dedico. Sarà breve breve ed incentrata su di uno specifico argomento. Lei, a Reggio Emilia, ha dichiarato che sono gli evasori che mettono le mani nelle tasche degli italiani. L'affermazione mi trova d'accordo ma gradirei una precisazione pubblica da parte Sua.

Banca Intesa, accusata dagli uffici del Suo ministero di una corposissima evasione ha «concordato» un pagamento di ben 270 milioni di euro. Debbo farLe presente che la guida di quell'Istituto Bancario era affidato al dottor Corrado Passera attuale superministro dello sviluppo? Facile sarebbe la battuta su quale sviluppo voglia realizzare. Né dimentico che il ministro del welfare Elsa Fornero era vice-presidente dell'organismo di controllo, il consiglio di sorveglianza, della medesima banca. Lei lo dimentica? Cosa controllava la vicepresidente Fornero?
Capisce, Presidente Monti, le battute bisogna saperle fare, altrimenti si rivolgono contro noi stessi. Vorrei aggiungere una osservazione. Ben altri sono i problemi nel rapporto cittadini-fisco che non quelli dei controlli di Cortina.

É ovvio che abbiano un carattere «pubblicitario» che del resto la situazione impone. Perplessità rimangono invece sulla duplice funzione di Attilio Béfera che è controllore e controllato nel contempo. Ma come fa costui a dire in televisione che gli errori di Equitalia saranno mille, duemila al massimo e che rispetto alle centinaia di migliaia di operazioni sono un nulla. Visto che ogni tanto Lei chiede «posso fare il professore?» pongo anch'io la stessa domanda retorica con un esempio. Se un chirurgo che compie duemila interventi all'anno ne sbagliasse uno, sarebbe giustificato?

Aspetto una risposta visto che gli errori di Equitalia sono di più. Per di più molti pagano dato che la somma non giustifica i costi di un'azione giudiziaria, ma i casi non si conoscono. E il tutto spesso ha come conseguenza la chiusura di attività commerciali. Come sempre, al di là della critica, cordialmente.

Renato Ellero